Il cammino di Quaresima in oratorio è inserito nella proposta «Solo insieme». La convinzione che il male può essere sconfitto, scacciato, superato e vinto darà forma all’animazione di questo tempo. Il Vangelo delle Beatitudini sarà la risposta ad ogni vizio che è nel cuore delle persone. È così che anche i ragazzi potranno vivere un serio cammino di conversione, scoprendo quante potenzialità abbia una comunità che ha Gesù come unico Maestro e Signore.
Il male di questo mondo può davvero essere sconfitto. È il senso della Pasqua che ci prepariamo a celebrare al termine del cammino della Quaresima. L’incontro con il Signore Gesù può scacciare anche il male che è dentro di noi, perché la sua Parola ci trasforma, ci fa vedere le cose in modo nuovo e ci fa agire secondo la verità e la giustizia. Grazie ai sacramenti, che ci sono donati da Lui, la nostra vita può cambiare e diventare un segno del suo amore, della sua misericordia e, persino, del suo sacrificio.
A noi dunque che viviamo insieme nella comunità cristiana è dato un «potere» che ci viene dall’Alto e che ci permette addirittura di «scacciare i demòni». La vittoria sul male e sul peccato, che Gesù realizza sulla croce con la sua morte e risurrezione, viene trasmessa a tutti i battezzati che vivono la comunione fraterna come dono e come possibilità reale, per la vita di ciascuno di noi e quella delle persone che incontriamo.
La convinzione che il male può essere sconfitto, scacciato, superato e vinto darà forma all’animazione della Quaresima in oratorio, tempo in cui anche i ragazzi sono chiamati a vivere un percorso serio di conversione, in cui sia possibile correggere qualche abitudine non ancora corrispondente al Vangelo delle Beatitudini e riscoprire la bellezza della vita nuova che abbiamo ricevuto grazie al Battesimo.
La lotta nei confronti dei vizi, del peccato, del male e della tentazione non si improvvisa né tantomeno è possibile se si è da soli, se ci si basa solo sulle proprie forze o non si è per nulla accompagnati.
A noi è dato il «potere di scacciare i demòni», così come ci dice l’icona evangelica dell’anno oratoriano (cf. Mc 3, 13-19), Tuttavia non possiamo dimenticare che esso ci è dato all’interno di una comunità in cui si condivide lo stile di Gesù, lo si mette in pratica sorreggendosi gli uni gli altri, esercitandosi nella correzione fraterna e nel perdono reciproco e creando le condizioni favorevoli per affrontare insieme le difficoltà della vita, le fatiche del crescere, le ansie per il futuro, la ricerca della vocazione personale di ciascuno.
Per questo, nel tempo di Quaresima in oratorio, diremo: «Solo insieme… SI
PUÒ!»
Si può!
Si può innanzitutto se tutti sono accompagnati all’incontro con il Signore e a fare un cammino di conversione e di avvicinamento verso Lui, grazie ad una preghiera più costante, all’ascolto della Parola, alla frequenza dei sacramenti, a qualche rinuncia o impegno da mantenere, insieme a piccole forme di digiuno. Il luogo in cui vivere questi esercizi di Quaresima è innanzitutto la comunità e poi ogni ambito dove si vivono le relazioni: la famiglia, la scuola, lo sport, il tempo libero. Si può se si alimenta la carità come spinta per ogni opera buona. Punteremo a fare della Quaresima una scuola in cui l’amore fraterno e l’attenzione ai poveri e ai sofferenti sono il compito principale, perché diventino uno stile permanente nella vita di ciascuno. Si può se si impara a credere che il male è già stato sconfitto da Gesù, il Salvatore potente, e che è quindi possibile mettersi nelle sue mani, per schierarsi decisamente dalla parte del bene, della verità e della giustizia. Ci aiuteremo reciprocamente ad affidarci al Signore Gesù, Colui che ha voluto «stare con noi», per essere segni della sua presenza in mezzo agli altri e contribuire a trasformare il mondo secondo il suo volere. Si può se il male, quello del cuore e quello che ci circonda, lo si impara a riconoscere, dandogli un nome e una definizione, e se insieme si scopre quale sia l’«antidoto» perché sia messo da parte e il più possibile eliminato, prima che diventi abitudine e disorienti le nostre scelte. Abbiamo individuato questo antidoto nelle Beatitudini che sono la cartina di tornasole che misura il grado di fedeltà al Battesimo e quindi di bontà e di amore che c’è nel cuore di ciascuno. Si può se ognuno di noi si scopre parte di una comunità che ha deciso di andare controcorrente perché si schiera con decisione dalla parte del Vangelo, lo sceglie per educarsi alla scuola dell’unico Maestro, e sta «dietro» a Lui per aderire alla sua stessa missione. Il percorso della liturgia della Parola delle domeniche ambrosiane è un cammino da fare «solo insieme», per scovare quei vizi che possono ingannare e darci un’alternativa al modo di vivere e pensare che non ha la Parola di Dio come riferimento e rischia di dominare il mondo.